ABBAIARE ALLA LUNA
Quest’espressione significa imprecare invano, gridare inutilmente contro qualcuno che è lontano e non può, perciò, sentirci o che non se ne preoccupa più di tanto. Il modo di dire trova origine nel fatto che anticamente si riteneva che, nelle notti di luna piena, i cani abbaiassero insistentemente perché abbagliati dall’eccessiva luce. Con significato analogo sono usate le espressioni parlare al vento, predicare al deserto, parlare al muro, sprecare il fiato.
A CAVAL DONATO NON SI GUARDA IN BOCCA
Questo modo di dire evidenzia che non è consigliabile né educato criticare qualcosa che ci è stata donata o, addirittura, biasimare il donatore. L’origine dell’espressione risale a quando la compravendita di cavalli si svolgeva ancora nelle fiere ed il potenziale acquirente controllava, innanzi tutto, i denti del cavallo, aprendogli la bocca, perché essi evidenziano con estrema precisione
l’età dell’animale e quindi sono determinanti per fissarne il prezzo.
ACQUA IN BOCCA
È notorio che chi ha “acqua in bocca” non può parlare e quest’espressione, infatti, invita a non lasciarsi andare a chiacchierare troppo, soprattutto intorno a fatti che è opportuno o più sicuro restino segreti. Circa l’origine di questo modo di dire, si narra che un frate medievale, santo e indubbiamente arguto, abbia consigliato una donna particolarmente pettegola di mettersi sulla lingua qualche goccia d’acqua benedetta, contenuta in un’apposita ampollina, ogni qualvolta le fosse venuta la voglia di spettegolare, raccomandandole di non deglutirla fino a quando non le fosse passata la smania.
AD OGNI MORTE DI PAPA
Significa a cadenze temporali particolarmente lunghe, cioè molto raramente. L’intervallo medio di tempo considerato, in modo naturalmente esasperato, corrisponde a quello fra la morte di un Papa e quella del successivo.
A GOGÒ
È una locuzione, proveniente direttamente dalla lingua francese, che ha il significato di “a volontà, in abbondanza”; si può riferire sia a bevande alcoliche (whisky a gogò), oppure ad un frenetico susseguirsi di fatti, eventi o situazioni (es. scandali a gogò, divertimenti a gogò).
AIUTATI CHE DIO T’AIUTA
È un vecchio proverbio, frutto della saggezza popolare; c’insegna che nei guai e nelle varie difficoltà della vita è bene confidare in Dio, ma non si può pretendere di risolvere i problemi senza darsi da fare con tanta buona volontà. Varianti, ugualmente conosciute, del proverbio sono: “aiutati che il cielo t’aiuta”, “Chi s’aiuta, Iddio l’aiuta”.
ALLE CALENDE GRECHE
Indica una scadenza molto lontana nel tempo o un evento improbabile. Circa l’origine di quest’espressione, secondo lo storico Svetonio essa sarebbe stata ideata dall’imperatore Augusto il quale ben sapeva che le calende esistevano nel calendario romano ma non in quello greco; “alle calende greche” corrisponde, perciò, a dire, ad esempio, il “Natale musulmano” o l’ “Epifania cinese”, indicando cioè una data che non verrà mai.
ALLEVARE (O SCALDARE) UNA SERPE IN SENO
Questo antico modo di dire mette in guardia dal fare del bene ad una persona malvagia perché questa non solo si rivelerà ingrata ma, addirittura, diventerà anche nemica del suo benefattore. Esso trae origine da una favoletta di Fedro che narra di un uomo che aveva raccolto una serpe intirizzita dal freddo e l’aveva scaldata in grembo; ma il rettile, appena ripresosi, per tutta ricompensa uccise il benefattore col suo morso velenoso.
ALZARE IL GOMITO
Bere alcolici eccessivamente, alzando, continuamente, per l’appunto, il gomito nel gesto di portare alle labbra il bicchiere.
ALZARE (O DRIZZARE) LA CRESTA
Si dice, in senso figurato, di chi inorgoglisce, diventa presuntuoso ed arrogante, come il gallo, per l’appunto, che drizza la cresta per ostentare forza ed autorità. Il contrario è abbassare la cresta, cioè mettere da parte l’orgoglio e diventare umili o fare un vero e proprio atto di sottomissione.
AMBASCIATOR NON PORTA PENA
La frase significa che chi porta messaggi o notizie per conto d’altri, anche se spiacevoli o infauste, non ne è responsabile. Questo modo di dire trova fondamento nell’immunità dei diplomatici e degli ambasciatori, riconosciuta dalle fondamentali norme del diritto fin dai tempi più antichi.
ANDARE A CANOSSA
Significa riconoscere i propri errori ed umiliarsi per chiedere perdono. La locuzione trae origine da un preciso fatto storico: nel 1076 l’allora Papa Gregorio VII scomunicò l’imperatore germanico Enrico IV e, nel contempo, sciolse i suoi sudditi da ogni dovere d’obbedienza. L’imperatore allora, preoccupatissimo di perdere il trono, venuto a sapere che il Pontefice era ospite nel castello della contessa Matilde a Canossa, vicino all’attuale Reggio Emilia, decise di recarvisi per impetrare il perdono. Per ben tre giorni il Papa lo fece attendere fuori dal castello, a piedi nudi e col saio da penitente, in mezzo alla neve. Finalmente, al quarto giorno, l’imperatore fu ricevuto ed ottenne il sospirato perdono.
ANDARE COI PIEDI DI PIOMBO
Significa procedere, anche metaforicamente, con estrema prudenza ed avvedutezza, stando attenti anche ai particolari; è come, cioè, avere i piedi pesanti perché fatti con il piombo.
ANDARE PER LA MAGGIORE
Nella Firenze medievale “andare per la maggiore” o “per la minore” significava essere iscritto ad una delle associazioni delle cosiddette “Arti maggiori” o “Arti minori.
Al giorno d’oggi l’espressione significa essere considerato fra i primi nella propria attività professionale o nel proprio ambiente e si riferisce anche a qualcuno o a qualcosa che è “in”, in voga, alla moda.
A OCCHIO E CROCE
Significa su per giù, approssimativamente, all’incirca, pressappoco e simili. L’origine della locuzione probabilmente va fatta risalire al gergo degli antichi tessitori i quali, qualora nel tessere l’ordito l’avessero fatto sfilare, dovevano riprendere ad occhio i fili sfuggiti per rimetterli tesi a croce, su due apposite verghe.
A QUATTRO MANI
Detto di lavoro, particolarmente di opera artistica, più propriamente letteraria, realizzata con il concorso collaborativo di due persone.
ASPETTARE LA MANNA DAL CIELO
Nella Bibbia, nell’Antico Testamento, la manna fu mandata da Dio dal cielo per sfamare il popolo ebreo in viaggio verso la terra promessa. Oggi l’espressione si riferisce a chi, anziché darsi da fare, aspetta la buona fortuna o spera che la soluzione dei suoi problemi “scenda dal cielo”, come d’incanto.
A SPRON BATTUTO
Significa di gran corsa, a tutta velocità, di gran carriera. La locuzione risale all’antichità medievale, quando il cavallo restava il più veloce mezzo di comunicazione ed il cavaliere che voleva accelerarne la corsa batteva coi piedi gli sproni sui fianchi dell’ animale. Locuzioni simili nel significato sono: a briglia sciolta e a tutta briglia.
AVERE IL BERNOCCOLO
(Della storia, della matematica, degli affari ecc.) – Questo singolare modo di dire viene riferito a chi ha una particolare, non comune, predilezione per una determinata attività branca del sapere. La sua origine è da attribuire ad una teoria scientifica elaborata nel XVIII secolo in base alla quale era possibile conoscere il carattere e le attitudini di una persona dalla conformazione della sua testa per cui, ad esempio, in una protuberanza (un bernoccolo) del capo risiedeva una certa dote!
AVERE IL LATTE ALLE GINOCCHIA
È un’espressione per così dire “tradizionale”, con la quale si vuole evidenziare che una persona ci sta terribilmente annoiando con i suoi discorsi sciocchi e inutili. Non sono chiare le origini di questo divertente modo di dire, tuttavia ci si può riferire, presumibilmente, al latino lactes, termine col quale erano chiamati i visceri (forse per la colorazione lattea che alcuni di essi possono avere); in senso figurato, si possono immaginare i visceri che si srotolano fino alle ginocchia a causa della noia.
BACIO DI GIUDA
Ispirata all’episodio evangelico del tradimento di Giuda ai danni di Gesù, l’espressione vuole indicare le lusinghe ipocrite e le finte manifestazioni d’affetto di chi, in realtà, sta per tradire.
BATTERE IL FERRO FINCHÉ È CALDO
Significa saper approfittare delle buone occasioni e dare l’inizio a qualcosa quando la situazione è favorevole. L’espressione è chiaramente tratta dal mestiere del fabbro, il quale sa bene che il ferro può essere lavorato e modellato a piacimento solo finché è arroventato.
CADERE DALLA PADELLA NELLA BRACE
Significa peggiorare la situazione, trovare un presunto rimedio che, invece, ben presto si rivela peggiore del male.
CANTO DEL CIGNO
È così definita l’ultima opera di un artista, specialmente quando rappresenta il coronamento di tutta la sua produzione. L’espressione proviene dall’antica credenza, condivisa dallo stesso filosofo Platone, che il cigno possedesse virtù canore e che in punto di morte intonasse il suo più melodioso canto, come estremo saluto alla vita.
CAPRO ESPIATORIO
È così chiamato l’innocente, la “vittima della situazione”, chiamato a pagare per colpe e responsabilità non sue. Tale modo di dire trova origine nell’antica tradizione del popolo ebreo che, simbolicamente, era solito addossare tutte le colpe della comunità su di un caprone che poi veniva sospinto verso il deserto; in tal modo l’intera comunità si liberava periodicamente dai propri peccati.
CAVALCARE LA TIGRE
Significa voler approfittare in ogni modo di una certa situazione senza valutare adeguatamente i rischi in cui si può incorrere con un tale comportamento. L’espressione viene anche usata quando si tenta di venire a capo e controllare una situazione in cui si è coinvolti.
CAVALLO DI BATTAGLIA
È una locuzione proveniente dal gergo teatrale ed indica lo spettacolo o la scena in cui l’attore è in grado di esprimere il meglio di sé stesso. In senso esteso, indica un’attività, di varia natura, in cui una persona si sente particolarmente preparata. Storicamente, il “cavallo di battaglia” era il cavallo del re, particolarmente curato per garantire al massimo la sicurezza del sovrano durante le battaglie.
CAVALLO DI RAZZA
È così definita la persona migliore, più indicata o ritenuta tale per ricoprire una carica di natura amministrativa, politica o economica.
CAVAR LE CASTAGNE DAL FUOCO
Accaparrarsi vantaggi, guadagni, approfittando astutamente dell’ingenuità e della balordaggine altrui. In una favola di La Fontaine una furba scimmia riusciva a procurarsi le appetitose castagne messe ad arrostire sul fuoco approfittando della semplicioneria di un gatto.